Cosa si intende per “Benessere Psicologico”?

Nel mio precedente articolo, vi ho parlato di come l’esperienza universitaria sia solitamente accompagnata da tutta una serie di sfide e cambiamenti che mettono alla prova la resilienza degli studenti, producendo in loro una notevole quantità di stress e rischiando di minare profondamente il loro benessere psicologico.

Ma cosa si intende, di preciso, per benessere psicologico?

3 filoni principali

Nel mondo della psicologia contemporanea, il benessere appare un costrutto estremamente poliedrico, ancora privo di una definizione che goda di un consenso unanime (Mitchell, Vella-Brodrick & Klein, 2010).

Per quanto concerne la teorizzazione e la valutazione del benessere, sono emersi, tuttavia, due approcci principali, che affondano le loro radici, rispettivamente, in due diverse visioni filosofiche del benessere: quella edonica e quella eudemonica (Lambert et al., 2015; Mitchell, Vella-Brodrick & Klein, 2010).

Le principali teorie che fanno riferimento al concetto di benessere edonico (come la teoria del benessere soggettivo) risultano maggiormente incentrate sulla ricerca del piacere e sull’incremento degli stati d’animo positivi, mentre quelle che si basano sul benessere eudemonico (come la teoria del benessere psicologico di Ryff, la teoria del flow di Csikszentmihalyi) si concentrano maggiormente sul funzionamento dell’individuo e sulla promozione di stili di vita all’insegna della crescita personale e del perseguimento dei propri valori (Lambert et al., 2015; Mitchell, Vella-Brodrick & Klein, 2010).

Sono poi emersi ulteriori approcci che sintetizzano il contributo di queste due componenti in una visione del benessere più completa ed integrata (come la teoria PERMA di Seligman e quella del flourishing, Keyes), andando quindi a costituire un terzo filone (Lambert et al., 2015; Mitchell, Vella-Brodrick & Klein, 2010).

Il benessere edonico

Secondo la tradizione filosofica edonica, il benessere coincide essenzialmente con il piacere (in greco “ἡδονή”, letto “edoné”), che dovrebbe quindi costituire il fine dell’azione umana (Enciclopedia Treccani).

Due delle dottrine più rappresentative di questo filone sono quella di Aristippo di Cirene e quella di Epicuro, i quali però non condividono la stessa idea di piacere, infatti mentre il primo lo concepisce come una condizione positiva di immediato godimento, il secondo lo vede più come una condizione negativa di assenza di dolore (Enciclopedia Treccani).

Il benessere soggettivo

Il concetto di subjective well-being (SWB), benessere soggettivo, utilizzato da molti autori nell’ambito della psicologia positiva, si può considerare una misura del benessere edonico (Lambert et al., 2015).

Il concetto di subjective well-being (SWB), benessere soggettivo, utilizzato da molti autori nell’ambito della psicologia positiva, si può considerare una misura del benessere edonico (Lambert et al., 2015)

Il SWB è composto da diversi fattori, di cui i principali sono:

  • gli affetti positivi (gioia, entusiasmo, appagamento, orgoglio, affetto, felicità, estasi),
  • gli affetti negativi (senso di colpa, vergogna, ansia, preoccupazione, rabbia, stress, depressione, invidia),
  • la soddisfazione di vita (desiderio di cambiare vita, soddisfazione rispetto alla vita attuale, soddisfazione rispetto al passato, soddisfazione rispetto al futuro, punti di vista altrui significativi rispetto alla propria vita)
  • e la soddisfazione specifica per dominio (lavoro, famiglia, tempo libero, salute, situazione finanziaria, sé, gruppo) (Diener et al., 1999).

Nonostante la soddisfazione di vita possa sembrare una componente apparentemente più distante, rispetto alle altre, dal concetto di benessere edonico, in realtà si è visto che è per il 70% determinata dall’umore in cui si trovano le persone quando effettuano la valutazione e quindi risulta anch’essa molto connessa agli affetti positivi (Seligman, 2011).

Il benessere eudemonico

Secondo la tradizione filosofica eudemonica, il benessere coincide con l’eudaimonia (εὐδαιμονία) che si compone di εὖ «bene» e δαίμων «demone; spirito; sorte».

Questa parola viene solitamente tradotta col termine “felicità”, ma sta ad indicare una concezione di felicità molto particolare, che non va inteso come un sentimento innescato dal conseguimento di un piacere immediato, ma piuttosto come uno stile di vita basato sulla virtù, l’attuazione delle proprie capacità e l’esercizio della ragione (Dizionario di filosofia Treccani). In questa scuola di pensiero si collocano, ad esempio, il pensiero di Socrate e quello di Aristotele.

Anche gli stoici riprendono questo concetto di felicità come tranquillità interiore che si ottiene vivendo secondo ragione e imparando a non farsi dominare dalle passioni.

Il benessere psicologico

Il concetto di benessere psicologico, psychological well-being (PWB) si avvicina molto alla tradizione filosofica eudemonica (Lambert et al., 2015). Il modello di benessere psicologico è stato elaborato da Ryff (1989) e si compone di sei dimensioni:

  1. autonomia (che riguarda quanto una persona è sicura di sé e indipendente dalle pressioni sociali),
  2. controllo ambientale (che misura il livello di competenza nel controllare e plasmare il mondo circostante in base alle proprie esigenze),
  3. crescita personale (che consiste nella spinta a migliorarsi e a sfruttare in pieno il proprio potenziale),
  4. relazioni positive con gli altri ( che misura i livelli di empatia, affetto e intimità),
  5. scopo nella vita (che ha a che fare con quanto le persone attribuiscono un significato e una direzione alla propria esistenza),
  6. auto-accettazione (che misura la consapevolezza che le persone hanno delle proprie qualità e l’atteggiamento verso se stessi) (Ruini et al. 2003).

Il flow

Un’altra teoria affine alla visione filosofica del benessere eudemonico è quella dell’esperienza ottimale, elaborata da Mihalyi Csikszentmihalyi e basata sul concetto di flow (flusso), lo stato di coscienza positivo in cui le persone si trovano quando sono completamente concentrate e immerse in un’attività, allo stesso tempo, stimolante e gratificante (Lambert et al., 2015). 

La teoria dell’esperienza ottimale enfatizza anche l’importanza di dare significato alla propria esistenza attraverso il perseguimento dei propri obiettivi (Lambert et al., 2015).

I modelli integrati

Il benessere edonico e quello eudemonico sono entrambi elementi essenziali nell’ambito del benessere globale della persona e proprio per questa ragione sarebbe auspicabile un’integrazione di queste due componenti, che risulta in effetti già presente in alcune recenti teorie della psicologia positiva.

Il modello P.E.R.M.A.

Una di queste teorie è sicuramente rappresentata dal modello di benessere proposto da Seligman (2011) e chiamato PERMA, sigla che mette insieme le iniziali delle cinque componenti che secondo l’autore sarebbero alla base del benessere e cioè:

  • Ppositive emotions (emozioni positive, dimensione che riguarda l’elemento edonico, la felicità e la soddisfazione di vita),
  • Eengagement (coinvolgimento, dimensione che ha a che fare con il cosiddetto flow, uno stato di completo assorbimento della persona in un’attività),
  • R – relationships (relazioni sociali positive, le altre persone sono considerate il principale antidoto a tutte le vicissitudini della vita),
  • M – meaning (significato, dimensione che ha a che fare con l’appartenere e servire qualcosa che va oltre noi stessi)
  • Aaccomplishment (realizzazione, dimensione che ha a che fare con l’ottenere qualcosa per il solo gusto di ottenerla, vincere per il gusto di vincere).

Flourishing

Con il termine flourishing, Keyes intende uno stato di completa salute mentale, caratterizzato sia da un funzionamento sano che dall’assenza di psicopatologia.

Il flourishing incorpora in sé il benessere psicologico, il benessere soggettivo e il benessere sociale (che è determinato dalla qualità del funzionamento sociale e delle relazioni che l’individuo ha con le altre persone, con il suo quartiere e con la sua comunità) (Lambert at al., 2015).

A tale stato si contrappone quello di languishing, caratterizzato invece da un senso di vuoto e stagnazione e denotato dalla presenza di sintomi psicopatologici e dall’assenza di un funzionamento positivo (Lambert ed al., 2015).

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Diener, E., Suh, E. M., Lucas, R. E., & Smith, H. L. (1999). Subjective well-being: Three decades of progress. Psychological Bulletin. http://doi.org/10.1037/0033-2909.125.2.276

Edonismo. In Dizionario di filosofia Treccani. Retrived from http://www.treccani.it/enciclopedia/edonismo_%28Dizionario-di-filosofia%29/

Eudemonismo. In Dizionario di filosofia Treccani. Retrived from  http://www.treccani.it/enciclopedia/eudemonismo_%28Dizionario-di-filosofia%29/

Lambert, L., Passmore, H., & Holder, M. D. (2015). Foundational Frameworks of Positive Psychology : Mapping Well-Being Orientations. Canadian Psychology, 56(3), 311–321. http://doi.org/10.1037/cap0000033

Mitchell, J., Vella-Brodrick, D. A., & Klein, B. (2010). Positive psychology and the internet: A mental health opportunity. Electronic Journal of Applied Psychology, 6(2), 30–41. http://doi.org/10.1037//0033-2909.95.3.542.

Ruini, C., Ottolini, F., Rafanelli, C., Ryff, C., & Fava, G. A. (2003). La validazione italiana delle psychological well-being scales (PWB). Rivista Di Psichiatria, 38(3), 117–130.

Seligman, M. E. P. (2011). Flourish: A visionary new understanding of happiness and well-being. New York, NY: Free Press.

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